Home | Esercizi spirituali
| Arte | Esperienze | Saggi | Links | News |
|
L’esercizio
del re Sintesi
finale |
|||
|
|
|
||
|
L’ESERCIZIO I nn. 91-98
degli Prima parte Seconda parte Terza parte L’esercizio del re ALTRE PAGINE Chiara Lubich Esercizi Gli Esercizi Economia |
Al
termine di questo excursus 1) Il Direttorio
del 1599 presenta i nn. 91- 2) 3) Ciccolini, alla luce del rapporto di unità tra il Padre e il figlio, vede nella meditazione il fine dell’incarnazione: ristabilire nell’uomo redento la sua vera immagine, essere figlio di Dio e fratello di Gesù e, in virtù di questa eredità, fratello di ogni uomo e partecipe della costruzione dell’unica famiglia umana. 4) Denis dà nuovo spessore teologico all’imitazione di Cristo: essa è una progressiva identificazione interiore con Cristo che ha nella piena offerta di sé il suo momento decisivo. In essa tutta l'anima opera un «transitum in Christum» ed ottiene per opera dello Spirito Santo una «in Christum transformatio». 5) Meschler esplicita la dimensione ecclesiale dell’esercizio: Dio
vuole fondare il suo Regno divino, cioè 6) Valensin dilata la realtà del Regno. Egli pone al centro del suo commento l’unità del corpo mistico e l'unità della famiglia umana, da una parte come nostalgia e ricerca dell'uomo (la parabola del re temporale) e dall’altra come progetto divino già donato e responsabilmente da portare a compimento (la vita del re eterno). 7) Pinard de 8) Encinas inserisce la chiamata personale all’interno di un orizzonte ecclesiale e trinitario: il cristiano è chiamato ad essere una cosa sola con Cristo, come questi lo è con il Padre, e ad essere membro del Corpo di Cristo, cioè, della Chiesa. Essere con Gesù, che è la santità dell'uomo, consiste nel «consumarsi in unità» con Gesù ad immagine del rapporto trinitario Padre-Figlio. 9) Clemence vede nel comandamento nuovo la via data al cristiano per unirsi all’opera di Gesù, realizzando l’amore reciproco, e per unirsi alla sua persona, vivendo il «come» del comandamento. 10) Martelet, nella riflessione sugli Esercizi spirituali alla luce della ecclesiologia del Vaticano II, vede nel re eterno il Verbo incarnato che rivela il Padre e nel quale tutto viene ricapitolato. Nell’esercizio del re, poi, sant'Ignazio presenta il suo «vangelo»: l’identificazione con Gesù povero e umile che stabilisce nel cuore la legge dell’amore, la quale ispira continuamente all’anima la volontà di Dio. La chiamata del re è, quindi, ecclesiale: si rivolge ad ogni vocazione cristiana e vuole suscitare apostoli simili a Gesù, l’Apostolo per eccellenza. In essa non si può infatti separare la persona di Cristo dal suo Corpo ecclesiale, dall’opera apostolica di Cristo nella sua Chiesa. 11) Cusson, che
innanzitutto, alla luce dell’incontro di sant’Ignazio con il mistero di Dio, delinea con grande profondità la pedagogia degli Esercizi
e mette chiaramente in evidenza l’unità e la distinzione dei due livelli (oggettivo-soggettivo) di tale esperienza spirituale. Poi,
nell’esercizio del re egli intuisce il nucleo dell’unico mistero di Dio che
unifica le distinte dimensioni (pedagogica, cristologica,
ecclesiologica, trinitaria) dell’esperienza spirituale: solo Dio può
donare qualcosa a Dio. Alla chiamata del re eterno, che riguarda l’opera di
Dio, cioè, la ricostituzione dell’unità del suo popolo, l’esercitante è
chiamato a formare con Gesù Cristo l'oggetto unico e privilegiato dell'amore
del Padre (essere in Cristo) e con Lui far ritornare tutta l'umanità al Padre
(essere con Cristo). Colui che si apre al mistero di
salvezza, poiché è inserito vitalmente nel Corpo di Cristo-Figlio, viene
plasmato progressivamente in altro Cristo-Figlio, cioè uomo-Chiesa, e reso
così idoneo come Dio-Figlio nel donarsi a Dio-Padre. D'altra parte questo
dinamismo non vale soltanto per il singolo credente, ma riguarda tutta 12) Lewis, che riporta la testimonianza di p. Nadal, vede nell’esercizio del re il culmine e la chiave interpretativa di tutto il cammino degli Esercizi e, assieme ai Due Vessili, il loro cuore. Così i «misteri di Cristo» negli Esercizi spirituali vanno letti alla luce della «vita del re eterno», alla luce del Regno di Cristo, come i vangeli alla luce del mistero globale di Cristo. Inoltre l'espressione «con me» manifesta la chiamata ad essere in senso forte «compagno» di Gesù. 13) Losada approfondendo i tre tipi di cristologie presenti nell’esercizio del re, evidenzia il dinamismo ecclesiale della «memoria Christi», che fa della della meditazione pasquale di Gesù Signore glorificato il fondamento reale di tutti i singoli esercizi. Di fronte al Kyrios (presenza attuale di Gesù) e al re (signoria cosmica universale), l'esercitante è chiamato a partecipare della filiazione di Gesù, compiendo come lui la volontà del Padre, in una relazione di «compagnia» e di «amicizia» reciproca con il Signore Amico. |
||
Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons
Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported |
|
|||