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by Paolo Monaco sj

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Primi Gesuiti

Francesco Saverio,
Lettere e altri documenti

Brani scelti, III

 

 

 

Francesco Saverio,

Lettere e altri
documenti,
Città Nuova,
Roma 1991

 

I - II - IV

 

 

 

 

 

 

 

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(1547-1548)

 

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Memoriale

 

A Ignazio di Loyola (12 gennaio 1549) 9

 

A Ignazio di Loyola (14 gennaio 1549) 10

 

Istruzioni per Barzeo (aprile 1549) 10

 

Istruzioni per Paolo (7 e 15 aprile 1549) 11

 

A Paolo, Gomes e Gago (20-22 giugno 1549) 12

 

Alla Compagnia di Gesù (22 giugno 1549) 12

 

Ai compagni in Goa (5 novembre 1549) 13

 

A Paolo (5 novembre 1549) 14

 

 

 

 

 

Al padre Ignazio di Loyola, in Roma (Cochín, 12 gennaio 1549)

Compagnia di Gesù vuol dire Compagnia di amore e di concordia degli animi

 

Padre mio unico nelle viscere di Cristo.

 

1. Mediante le principali lettere che noi tutti, i vostri più piccoli figli dell’India, scrivemmo per mezzo di Maestro Simón, Vostra Santa Carità sarà informata del frutto e servizio che si fanno e ancora si faranno in avvenire a Dio nostro Signore da queste parti dell’India con l’aiuto di Dio e dei vostri devoti e santi sacrifici e orazioni.

 

4. … Padre mio dell’anima mia…

 

5. Finora non mi parve bene tenere nessuno per forza nella Compagnia contro la sua volontà, se non fosse per forza di amore e di carità; ma prima allontanavo coloro che non erano adatti per la nostra Compagnia anche se non desideravano uscirne; e invece trattavo con amore e carità coloro che mi sembravano adatti per la Compagnia onde confermarli in essa, dato che tante fatiche essi sopportano in questi luoghi per servire Dio nostro Signore. Inoltre mi sembra che Compagnia di Gesù vuol dire Compagnia di amore e di concordia degli animi, e non di rigore né di timore servile. Tale notizia di questi luoghi io do a Vostra santa Carità affinché provveda con una persona adatta a tale incarico per l’anno venturo in modo che sappia comandare, senza che si sviluppi in lui il desiderio di voler comandare o di essere ubbidito, ma piuttosto quello di essere comandato.

 

12. … Vostra Carità renderebbe grande servizio a Dio nostro Signore se a tutti noi, minimi figli dell’India, scrivesse una lettera con insegnamenti e avvisi spirituali, quasi un testamento in cui divida con questi suoi figli, così esiliati per quanto riguarda la vita corporale, le ricchezze che Dio le ha comunicato. Per amore e servizio di Dio nostro Signore, ci scriva se è possibile.

 

16. Termino così pregando Vostra Carità, Padre mio osservantissimo dell’anima mia, con le ginocchia al suolo durante il tempo in cui scrivo questa, così come se avessi Voi presente, affinché mi raccomandiate molto a Dio nostro Signore nei vostri santi e devoti sacrifici e orazioni, affinché mi conceda di sentire la Sua santissima volontà in questa vita presente e la grazia di adempierla perfettamente. Amen… Il vostro più piccolo e più inutile figlio.

 

 

 

Al padre Ignazio di Loyola, in Roma (Cochín, 14 gennaio 1549)

In ginocchio come se presente vi avessi

 

13. Così cesso, pregando Vostra santa Carità, Padre mio di mia anima observantissimo, i ginocchi posti in terra quando questa scrivo, come se presente vi avessi, che mi raccomandiate a Iddio Signor nostro nelli vostri santi et devoti sacrifici et orazioni, che mi dia a sentire sua santissima voluntà in questa vita et gratia per adempierla perfectamente, et finita questa inquieta vita ci raddune nella gloria del paradiso. Amen… Vostro minimo et inutil figliuolo.

 

 

 

Istruzioni per il padre Barzeo, in partenza per Ormuz (Goa, primi di aprile del 1549)

I “libri vivi” da studiare

 

35. Nelle vostre predicazioni parlerete il meno che potrete con citazioni di testi. Parlate delle cose interiori che passano per il cuore dei peccatori che vivono male e della fine che faranno, e gli inganni del nemico: tutte cose che il popolo intende, non cose che non comprendono. E se volete procurare molto frutto, sia a voi come al prossimo, e vivere consolato, conversate con i peccatori, facendo che si aprano con voi. Questi sono i libri vivi con i quali avete da studiare, così per pregare come per vostra consolazione. Non dico che qualche volta non leggiate i libri scritti, ma sia per cercare i testi con cui autorizzare, per mezzo delle Scritture, i rimedi contro i vizi e i peccati che leggete attraverso i libri vivi, dando autorità, a quello che dite contro i vizi, con l’autorità della Sacra Scrittura e gli esempi dei Santi.

 

 

 

Istruzioni per il padre Paolo (Goa, fra il 7 e il 15 aprile 1549)

Per primo, sopra tutte le cose… viviate in amore e carità con Antonio Gomes
e con tutti i padri

 

Memoria di ciò che dovrete fare durante la mia assenza.

 

1. Per primo, sopra tutte le cose, vi raccomando, per amore di Dio Nostro Signore e per l’amore che avete al Padre Ignazio e a tutti i membri della Compagnia di Gesù, che con molta umiltà, prudenza e giudizio voi viviate in amore e carità con Antonio Gomes e con tutti i padri che dovessero venire dal Portogallo e con tutti quelli che si trovano in India, sparsi dappertutto. Di tutti i membri della Compagnia di Gesù ho tanta fiducia, per quello che di loro ho potuto conoscere, che non vi è necessità di un superiore; ma per meritare maggiormente e per vivere in ordine è bene che vi sia qualcuno come superiore e al quale debbano obbedire; e così, confidando io molto nella vostra umiltà, prudenza ed esperienza, reputo bene che voi restiate come superiore di tutti loro e a cui tutti quelli che stanno fuori dovranno ubbidire, fino a quando non vi sia manifestato il contrario.

 

3. E ancora una volta vi torno a pregare per l’obbedienza che avete data al Padre Ignazio e per quella cui vi obbligo quanto posso, che non vi sia tra voi e Antonio Gomes né discordia né contesa, ma solo molto amore e carità, senza dar occasione di mormorare né a quelli di dentro né a quelli di fuori.

 

6. Molto vi prego, Fratello, di crescere sempre in virtù, dando il buon esempio come sempre avete fatto. Scriverete molto minutamente notizie vostre e di tutta codesta casa e della carità e amore tra voi e Antonio Gomes, nonché di Niccolò e di Antonio e di tutti coloro che stanno al Capo di Comorín, di Cipriano che sta a San Thomé e così dei fratelli che venissero quest’anno dal Portogallo, se sono predicatori o sacerdoti oppure laici.

 

 

 

Ai padri Paolo, Antonio Gomes e Baldassare Gago, in Goa
(Malacca, 20-22 giugno 1549)

Amicizia e amore con i Francescani e Domenicani: la comunione dei carismi;
l’amore reciproco fonte di testimonianza e comunione

 

7. Antonio Gomes: io vi raccomando molto la carità, l’amicizia e l’amore con tutti i buoni Padri dell’Ordine di San Francesco e di San Domenico, e sarete assai devoto di tutti loro. Guardatevi dal dare ad essi motivo di scandalo; spero che sempre eviterete questo, avendo voi molta umiltà; e di quando in quando li visiterete, di modo che essi conoscano che voialtri li amate, mentre il popolo, amante delle discordie, veda che la carità che vi è tra voi esiste anche verso tutti.

 

8. Soprattutto vi raccomando di farvi amare da tutti, cosa che sarà ben facile vedendo in voialtri molta umiltà e amore fra voi medesimi. Questo vi raccomando tanto quanto posso; e colui che avrà l’incarico della casa si impegni nel farsi molto amare dai fratelli, più che nel volerli comandare.

 

 

 

Alla Compagnia di Gesù, in Europa (Malacca, 22 giugno 1549)

Fede, speranza e fiducia in Dio

 

10. Abbiamo soltanto un dubbio e una paura, ed è il timore di offendere Dio Nostro Signore, perché certo avremo la vittoria sui nostri nemici se ci guardiamo dall’offendere Dio. E poiché Dio Nostro Signore dà a tutti grazia sufficiente per servirlo e preservarsi dal peccato, speriamo così che nella Sua divina Maestà, ce la conceda. E per quanto tutto il nostro bene o male stia nell’usare bene o male la Sua grazia, confidiamo molto nei meriti della santa Madre Chiesa, sposa di Cristo Nostro Signore, e particolarmente nei meriti di tutti i membri della Compagnia del nome di Gesù e di tutti i suoi devoti e devote, i quali ci sosterranno con i loro meriti per arrivare a gustare bene la grazia del Signore Iddio.

 

11. Grande è la consolazione che abbiamo nel considerare che Dio Nostro Signore vede l’intenzione, la volontà e il fine per cui andiamo in Giappone. E poiché il nostro viaggio avviene soltanto perché coloro che sono immagine di Dio conoscano il loro Creatore, e il Creatore sia glorificato dalle creature che formò a sua immagine e somiglianza, e affinché siano allargati i confini della santa Madre Chiesa, sposa di Gesù Cristo, noi andiamo assai fiduciosi che il nostro viaggio avrà buon esito.

 

13. … Quasi sempre ho davanti ai miei occhi e alla mente quello che molte volte udii dire dal nostro benavventurato Padre Ignazio e cioè che coloro i quali volevano essere della nostra Compagnia, avevano molto da faticare per vincersi e allontanare da sé tutti i timori che impediscono agli uomini la fede, la speranza e la fiducia in Dio, adottando le misure necessarie. E quantunque tutta la fede, la speranza e la fiducia siano un dono di Dio e il Signore le conceda a chi piace a Lui, tuttavia comunemente sono date a coloro che si sforzano nel vincere se tessi, prendendo le necessarie misure.

 

14. Vi è molta differenza tra colui che confida in Dio avendo tutto il necessario e colui che confida in Dio senza avere alcuna cosa e privandosi del necessario pur potendolo avere, per imitare di più Cristo. E cosi di conseguenza vi è molta diversità fra coloro che hanno fede, speranza e fiducia in Dio fuori dei pericoli di morte e coloro che hanno fede, speranza e fiducia in Dio quando, per suo amore e servizio, volontariamente si espongono a pericoli quasi sicuri di morte e che potrebbero evitare se volessero, perché dipende dalla loro volontà lasciarli o prenderli. Mi sembra che coloro i quali vivono in continui pericoli di morte solamente per servire Dio senza nessun altro riguardo né fine, in breve tempo finiranno per aborrire la vita e desiderare la morte, onde vivere e regnare sempre con Dio nel cielo, perché questa non è vita, ma solo una morte continua e un esilio dalla gloria per la quale siamo creati.

 

18. … Dio nostro Signore, per la sua infinita misericordia, ci unisca nella Sua santa gloria, perché non so quando ci rivedremo in questa vita: però può farlo la santa obbedienza e ciò che sembra difficile diventa facile quando lo vuole l’obbedienza… Servo inutile di tutti i Fratelli della Compagnia del nome di Gesù.

 

 

 

Ai compagni residenti in Goa (Kagoshima, 5 novembre 1549)

Vi vedreste chiaramente nel mio cuore, tra voi vi sia un vero amore,
amatevi gli uni gli altri

 

60. Termino così senza poter finire di scrivere il grande amore che provo per tutti voi in generale e in particolare; e se in questa vita presente si potessero vedere i cuori di coloro che si amano in Cristo, credete, Fratelli miei carissimi, che nel mio voi vi vedreste chiaramente. E se non vi riconosceste, mirandovi in esso, sarebbe perché io vi tengo in tale stima e voialtri, stante la vostra virtù, vi tenete in tale disprezzo che, a causa della vostra umiltà, sareste impediti di vedervi e conoscervi in esso, e non certo perché le vostre immagini non siano impresse nella mia anima e nel cuore. Molto vi supplico perché vi sia tra voi un vero amore, non lasciando germogliare amarezze nell’animo. Trasformate una parte del vostro fervore nell’amarvi gli uni con gli altri e una parte del desiderio di soffrire per Cristo, in un patire per Suo amore, vincendo in voialtri tutte quelle ripugnanze che non lasciano crescere questo amore. Voi sapete infatti ciò che disse Cristo: che in questo Egli conosce i Suoi, se si ameranno gli uni con gli altri. Dio nostro Signore ci faccia sentire dentro le nostre anime la Sua santissima volontà e la grazia per adempierla perfettamente… Il tutto vostro carissimo fratello in Cristo.

 

 

 

Al padre Paolo, in Goa (Kagoshima, 5 novembre 1549)

Ci vedremmo di continuo in spirito

 

1. Se voi aveste tanto ricordo di me quanto io ne ho sempre di voi, noialtri ci vedremmo di continuo in spirito, non avvertendo quasi per niente l’assenza fisica.

 

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