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Jerónimo Nadal,
Essortazione del R.do P. M. Natale theologo
della Compagnia di Gesù agli P. et Fratelli
di essa Compagnia etc. (data incerta)

 

 

 

 

 

Jerónimo Nadal,
Essortazione del
R.do P. M. Natale
theologo della
Compagnia
di Gesù agli
P. et Fratelli
di essa
Compagnia etc.
(data incerta)
MHSI,
Roma 1962,
pp. 489-493
(MHSI 90)

 

 

pdficona

pdficona

 

 

 

 

altre pagine

 

Giacomo Lainez,
Epistola
Patris Laynes
de P. Ignatio
(1547)

 

Juan A. Polanco,
Summarium
hispanium
de origine
et progressu
Societatis Iesu
(1547-1548)

 

Pietro Favre,
Memoriale

 

Francesco
Saverio,
Lettere e altri
documenti

 


TESTO

 

1. Gratia religionis. - 2. Fundamentum Societatis est Christus cum cruce. - 3. Finis Societatis. - 4. Modus vivendi. - 5. Personae quae sunt in Societate eorumque vota. - 6. Dimissio e Societate. - 7. Excellentia in gradu coadiutorum temporalium. - 8-10. Paupertas, castitas, oboedientia. - 11. Quartum votum scholasticorum. - 12. Quinque consilia ad perfectionem.

 

 

[1] Grande gratia de Iddio nostro Signore è esser homo, et homo christiano; ma molto più speciale gratia è esser religioso, et religioso della Compagnia di Jesù; perchè la Compagnia di Jeso è inspirata da Iddio, et per esso instituita per mezzo del S.mo nostro Padre M. Ignatio, et anchora approbata dalla Sede Apostolica, si come tutti le altre Religioni, et tiene molte gratie speciale.

La Compagnia tiene speciale gratie et influxo da Iddio in penitentia, oratione, desiderio della salute delle anime, studii di diversi modi, obedientia alla cieca, con approbatione della Sede Apostolica per esser Religione, in diverse parte et membracione, novitii, scholari, coadiuttori temporali, coadiuttori spirituali, professi tre voti, et professi quatro voti; si come si può intendere per il decurso della vita del Rdo nostro Padre M. Ignatio.

 

[2] Il fundamento della Compagnia è Jesu Christo con la croce per la salute delle anime, si come fu mostrato al benedetto nostro Padre, quando Iddio Padre lo poneva con il suo figliolo Jesu Christo. Et di qua vene che la Compagnia di Jesù, per esser Jesu Christo il fondamento et capitano nostro, il quale spiritualmente debbiamo imitare, aciò che particolarmente imitiamo la mansuetudine et humiltà di Christo da dovere, si chiama la minima Compagnia di Jesù.

 

[3] Il fine della Compagnia è guardar in ogni cosa quello che è per magior gloria di Dio, et con quello non solamente procurare con la divina gratia la salute dell’anima sua propria, ma con la medesima procurare intensamente quella del proximo con tutti gli modi et mezzi possibili.

 

[4] Il modo di viver della Compagnia è comune quanto al exteriore, per poter sodisfare al suo fine di procurare la salute delle anime a magior servitio di Dio.

Non tiene alchune penitentie o austerità ordinarie per obligo, ma bene si ponno piglare in due maniere ciaschuno da se, per più agiuttarsi nel spirito, con approbacione però del superiore, overo quando il superiore le impone per il medesimo fine; acciò the in tutto questo si proceda con più luce o più sia glorificato il Signore.

 

[5] Tutti quelli che habbeamo ditto di sopra sonno participi di tutti i bene et gratie che si fanno per tutta quanta la Compagnia per qualsivoglia persona.

Gli nuvitii non fanno voto; gli professi fanno voto solenne; et tutti gli altri fanno voto simplice di povertà, castità et obedientia perpetua; il quale voto absolutamente liga quello che lo fa, di modo tale che dal canto suo mai non può lasciarlo.

 

[6] Il superiore pur può cacciar della Compagnia tanto quello che è professo, [quanto] un’altro che tiene voto simplìce; et questo per quatro cause, quale procedono dalla mala voluntà del subdito. La prima se giudicasse il superiore che alchuno non potria star nella Compagnia se non con offesa de Iddio o del proximo; et pertanto quello sarà cacciato, se fusse contra la charità de Iddio o del prossimo.

La 2a, se il superiore giudicasse che alchuno non potria star nella Compagnia se non contra il bene universale della Compagnia.

La 3a, se il medesimo giudicasse che alchuno non patria star se non in damnatione dell’anima sua propria.

La 4a, se il medesimo giudicasse che non potria star se non con mala edificatione et offesa del proximo.

Se per alchuna di queste cause giuste fusse cacciato quello che tiene voto simplice, saria libero; ma non quello che è professo. Ma consideri bene ciaschuno li giudicii de Iddio sopra di quelli che per la sua malitia sonno mancati.

 

[7] Tra gli altri della Compagnia tengono gli coadiuttori temporali la più sicura et bona parte per aquistar grandissimi gratie da Iddio Signor nostro; perchè conversando sempre quelli cose et offitii più vili et humili per l’amor de Dio sonno molti disposti per ricervere abondantemente l’influsso della gratia d’lddio; di modo che nixuno è che habbea il vero spirito della Compagnia, che non desideri in verità per tutta la vita sua servire Iddio in quel stato.

 

[8] La povertà degli scolari et coadgiuttori consiste in questo, che havendo alchuno fatto questo voto non tiene cosa propria nè cosa nessuna nel mondo; solamente può haver l’uso di quelli, si come tutti gli altri poveri, quando li basta per la vita; anzi è obligato in qualsivoglia tempo quando il superiore lo comandasse di distribuire tutte le sue facultà temporali per amor d’Iddio agli poveri. Ma innanzi che faccia questo attualmente, non ponno gli suo parenti o altre persone in quelli beni che lui prima haveva, haver alcuna successione.

 

[9] La castità consiste in imitar la purità angelica nella mente et nel corpo, di modo che l’homo venga a privarsi di ogni affettione et inclinatione alle cose carnale; et questo è il profitto al quale ci dobbiamo sforzare con gratia d’Iddio.

 

[10] La obedientia consiste in questo che il homo habbia per regola et guida di tutta la sua vita et de tutte le sue operationi il comandamento del suo superiore, facendo con abnegatione della voluntà et intelletto tutto quello che in qualsivogla [cosa] sa esser la voluntà del superiore. Et questo potrà, se si essercita spesso in vedere il Signor nostro Jesu Christo quando vede o pensa del suo superiore; et in questo modo potrà venire alla vera obedientia dell’intelletto, tanto necesaria et richiesta nella Compagnia.

 

[11] I1 4° voto che fa, vole dire che alchuna volta farà professione quando piacerà al superiore; acciò sapia che sempre ha di andar innanzi a più perfettione in più servitio di Dio.

 

[12] Cinque punti ha di guardar ciascheduno della Compagnia molto diligentimente.

Il 1° ringratiar Iddio spesso, che l’habbia degnato chiamar a questa santa Compagnia.

Il 2° pregar Iddio spesso, che possa intendere et gustare lo spirito vero della Compagnia, et in quella vivere degnamente per gratia sua in sin’alla morte.

Il 3° sforzarsi per far molto profitto et intieramente l’obedientia con summa purità possibile.

Il 4° procurar sempre qualche dovotione di qualsivoglia cosa, alegramente far il suo officio et non curarsi se alchuna volta li occorrera qualche melanconia o distrattione.

Il 5° et ultimo andar sempre innanzi nel servitio d’lddio benedetto, con suavità et fortezza di spirito contra qualsivogla cosa che accaderà, et mediante la gratia fortificarsi contra tutte le aversità; de la quale si degni farsi participi in questo mondo, et nel altro gloria sempiterna di beati nelli secoli de gli secoli. Amen.

Deo gratias.

 

 

 

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