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I testi sono tratti dall’articolo di

G. Rossé, Maria. La realtà dell’«Anima»
alla luce del mistero di Maria nell’esperienza
mistica di Chiara Lubich. III.
La desolata e la Trinità
, in Nuova Umanità,
XXXIII (2011/6) 198, pp. 597-610,
a cui rimandiamo per il commento.

 

 

 

 

 

Noi arriviamo dritti a Dio attraverso tre porte aperte: il fratello, Maria, Gesù. Ma vi arriviamo amando nel fratello Gesù abbandonato – e quindi bruciando (condividendo) il suo dolore (c’è sempre dolore quaggiù ché anche la gioia è suscettibile di pienezza maggiore) –, Maria Desolata, Gesù abbandonato. Sono le tre piaghe: quella nel cuore del fratello, in Maria Desolata, in Gesù abbandonato.

 

E pure noi che facciamo questo tragitto – attraverso questa strada stretta (tanto stretta che è piena di Dio, della Trinità, e vi passa solo il Puro Spirito, l’Amore, che è Semplicità) – dobbiamo essere piagati e cioè vuoti assolutamente di noi, anche di Dio in noi (e questo è amare alla Trinità!): esser cioè il nulla, il che significa Gesù Abbandonato: cioè il fratello che va vissuto in noi (ed il nulla è capace d’accoglierlo in sé), Maria Desolata, Gesù abbandonato.

 

Così le tre porte si fanno una e noi Porta in essa, cioè Gesù, Maria, il fratello identificati con Dio: cioè Dio. E siamo della stessa sostanza divina: Dio: un solo Dio. Difatti così comportandosi il nostro cuore ha la pienezza del Gaudio e della Luce (è un nulla pieno di Dio): pienezza che portiamo nel fratello vissuto da noi ché il gaudio caccia il dolore e la luce caccia le tenebre; ed in Maria Desolata è Dio perché Si privò di Gesù per esser Dio, Figlia di Dio; ed in Gesù Abbandonato è Dio. Dunque siamo in cinque (io, il fratello, Maria, Gesù, Dio) ma un’unica sostanza, Dio, cioè Amore, e la circolazione è ripristinata ed il Corpo Mistico – almeno in queste membra – palpita di Vita Divina.

 

Quando la Mamma nella Desolazione, ai piedi della Croce («Donna, ecco tuo Figlio...»), perdette l’incarico divino della Maternità divino-umana di Gesù e divenne – con la discesa dello Spirito Santo – Gesù, cambiò la sua carne immacolata in carne divina: divenne Gesù nell’anima e nel corpo. Divenne vera Figlia di Dio, Figlia del suo Figlio, di Gesù Abbandonato cui aveva dato carne immacolata. E fu al pari di Gesù e potette presiedere il Cenacolo e divenire Gesù fra gli Apostoli che erano pure, per il sacrificio di Lei, divenuti Gesù: per il sacrificio di Lei e quindi per aver dato Lei Gesù ed averne ricevuto cento: Gesù in Sé e Gesù in essi. Quindi gli Apostoli erano immacolatizzati cioè avevano carne di Maria. Erano figli di Lei nell’anima e nel corpo.

 

Dobbiamo esser la Desolata viva che rinuncia al Figlio, che è Padre e Fratello e Tutto per Lei, per il Gesù da edificare negli altri. È per Lei l’abbandono di Dio. Ma guai se non l’avesse fatto!

 

Il suo stesso “fiat” dell’incarnazione sarebbe valso a nulla perché Ella avrebbe impedito la Redenzione. Il Sangue di Gesù che è lo Spirito Santo (Sangue di Dio!) non sarebbe passato ai fratelli. Tutta l’opera di Gesù dipese da Maria.

 

E tutta l’Unità che ora lo Spirito Santo vuol portare, per noi, dipende da noi, da me e da te. E richiede che si lasci passare Dio attraverso di noi.

 

Dunque distacco da Dio stesso. E qui è la nostra perfezione: quella alla quale noi (specificamente) siamo chiamati.

 

Ma il Vuoto è Lui, è Lei [...] dunque siamo sempre nel Pieno, che genera nuova Pienezza e ci fa traboccanti di Spirito, e siamo sempre nella Luce, che è fonte di nuova Luce, Trinità più una e più trina che così possiamo intendere.

 

Cristo è il seme. Il Corpo Mistico è la chioma.

Cristo è il Padre dell’albero: mai è stato così Padre come nell’abbandono ove ci ha generati figli suoi, nell’abbandono ove S’annulla rimanendo: Dio. Il Padre è radice al Figlio. Il Figlio è seme ai fratelli.

E fu la Desolata che, nel tacito consenso ad esser Madre d’altri figli, gettò questo seme in Cielo e l’albero fiorì e fiorisce di continuo sulla terra.

 

Quando mi alzai dissi: «Perché sei abbandonato...Perché sei desolata». E capii che per me, per noi queste frasi significavano: Ecco, io sono l’Amore, sono Dio, sono il frutto del vostro abbandono, sono la risposta al vostro perché. E sentivo logico che con ciò Gesù sarebbe stato soddisfatto, perché il suo abbandono ha dato me. Così Maria nella sua desolazione. Essi sono Mediatori e non vogliono che ci fermiamo ad essi, ma che, oltrepassandoLi, noi arriviamo allo scopo per cui hanno tanto sofferto. Veramente quelle sei parole dette appena svegliati sono il nostro programma: Gesù, Maria, per esser uno col Padre e quindi testimoniarLo.

 

 

 

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