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Saggi > Itinerari ignaziani a Roma 7. Tre luoghi
di particolare interesse vicino a Roma Cf. A.M. De Aldama sj, «Roma ignaziana. Sulle orme di sant’Ignazio di
Loyola», Piemme, Casale Monferrato 1990 |
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Mappa 1
– La Storta, Frascati, Tivoli |
ALTRE PAGINE 1. Da Piazza Venezia a Porta
del Popolo 2. Da Piazza Margana a San Pietro in Montorio 5.
Da
Campo de’ Fiori a San Pietro in Vaticano 6. Da San Paolo fuori le
Mura a San Lorenzo fuori le Mura 8. Luoghi legati alla
Compagnia di Gesù Itinerari
ignaziani in terra veneta (1523-1537) |
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63 - La Storta
Via Cassia, Secondo una tradizione,
trasmessa prima oralmente e attestata da un documento del 1631, questo è il luogo
in cui sant’Ignazio ebbe la celebre visione nel novembre 1537. Questa esperienza mistica
ci è giunta attraverso le parole di Laínez, Nadal, Canisio e Ignazio stesso
nel suo Diario e nell’Autobiografia, raccolta
da Gonçalvo da Camara. Ignazio viaggiava da
Vicenza a Roma con Pietro Favre e Diego Laínez. Durante il viaggio Favre
e Laínez celebravano entrambi la Messa ogni giorno.
Ignazio, pur essendo già
sacerdote, aveva deciso di aspettare un anno prima di celebrare la Messa;
così riceveva la comunione da uno dei suoi compagni. Per tutto questo tempo
Ignazio aveva «molti sentimenti spirituali, specialmente nella santa
Eucarestia» (Laínez). Ignazio stesso dice che
«chiedeva alla Santissima Vergine che volesse metterlo con il suo Figlio» (Autobiografia). Un giorno confidò ai suoi
compagni che gli sembrava come se Dio gli imprimesse nel cuore queste parole:
«Io vi sarò propizio a Roma» (Laínez) o «Io sarò con voi» (Nadal, Canisio). «E non sapendo
che cosa volessero significare queste parole, diceva: - Io non so che cosa
sarà di noi; forse saremo crocifissi a Roma» (Laínez). Quando giunsero qui,
«alcune miglia prima di arrivare a Roma»,
Ignazio entrò nella cappella a pregare e «sentì un tal mutamento
nell’anima, e vide così chiaramente che Dio Padre lo metteva con Cristo suo
Figlio, che non avrebbe l’animo di dubitare di questo, che cioè Dio Padre lo
metteva con il suo Figlio» (Autobiografia).
«Gli sembrò di vedere
Cristo con la croce sulle spalle, e vicino a lui il Padre che gli diceva:
“Desidero che tu prenda costui come tuo servo”. E così Gesù lo prese e gli
disse: “Desidero che tu ci serva”. Perciò, provando una grande devozione per
questo santissimo nome, volle che la congregazione si chiamasse la Compagnia
di Gesù» (Laínez). Sei anni e mezzo più
tardi, il 23 febbraio 1544,
Ignazio ricordava questa grazia, riferendo nel suo Diario «quando il Padre mi mise con il
Figlio». Aveva profondamente
impresso dentro di sé il nome di Gesù, e durante la Messa, mentre teneva il Santissimo
Sacramento, si trovò a dire spontaneamente che non avrebbe mai abbandonato Gesù per
nulla al mondo. |
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64 - Frascati-Episcopio
Era la Rocca dei Papi. In
essa Ignazio incontrò Paolo III nell’agosto 1538. Durante l’udienza di un’ora in cui si parlò in latino,
Ignazio chiese al Papa che si emanasse la sentenza sulle accuse fatte a lui e
ai suoi compagni nella grande persecuzione; i calunniatori, avendo ritirato
le accuse, avrebbero preferito evitare la sentenza. Il Santo era convinto
che, per poter predicare ed esortare i fedeli, è indispensabile «avere una
buona reputazione, non solo davanti a Dio nostro Signore, ma anche davanti
alla gente, e che non ci siano sospetti sulla dottrina e sui comportamento». Il Papa ordinò il
proseguimento del processo che era stato interrotto e che si concluse con
un’esplicita dichiarazione di innocenza. |
Chiesa del Gesù |
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65 - Tivoli
Nella Rocca Pia (fortezza
fatta costruire da Pio II e Alessandro VI) Paolo III diede l’approvazione
orale alla Compagnia di Gesù nel 1539.
Per mezzo di un suo
parente, Antonio de Araoz, sant’Ignazio aveva
inviato al cardinale Gaspare Contarini la prima versione della Formula dell’Istituto, conosciuta come
i «Cinque Capitoli», insieme
con il giudizio dei censore nominato dal Papa, il domenicano Tomaso Badia, il
quale dichiarava che il genere di vita nella Compagnia era «pio e santo». Il 3 settembre 1539 il Cardinale rispondeva:
«Oggi ho incontrato nostro Signore (il papa) e, oltre a riferirgli la vostra
petizione, ho letto per intero a Sua Santità i Cinque Capitoli, che gli sono
piaciuti molto e che ha approvato e confermato benignamente. Venerdì verremo
a Roma... e sarà dato ordine di redigere il breve o la bolla». (In realtà
sarebbe passato un anno prima che fosse emessa la bolla Regimini
militantis Ecclesiae). Altre fonti aggiungono che in questa
occasione Paolo I esclamò: «Qui c’è lo Spirito di Dio!» (Nadal), e che questa
Compagnia «avrebbe riformato la Chiesa» (Polanco). All’inizio di ottobre del
1548, sant’Ignazio fu a Tivoli per mediare la pace fra questa città e il
vicino paese di Castel Madama, che nelle loro discordie erano arrivati a far
uso delle armi. Il santo parlò con le
persone più influenti delle due località e ottenne che si sottomettessero
all’arbitrato del cardinale Bartolomeo de Cueva. Secondo una tradizione,
Ignazio alloggiò in casa della nobildonna Alabella
Brigante Colonna, al Trevio. In questa occasione il
sacerdote spagnolo don Luis de Mendoza offrì alla Compagnia una chiesa con
una piccola casa e un po’ di giardino, che possedeva nei dintorni della
città, vicino alla strada che esce da Porta del Colle. Era un luogo «molto
grazioso e adatto sia per ritirarsi qualche volta nella quiete della
contemplazione, sia per esercitare la carità verso gli abitanti del luogo e
dei villaggi vicini». La chiesa era dedicata a Santa Maria del Passo. L’8 settembre 1549
sant’Ignazio vi si recò con altri padri di Roma a prenderne possesso. Si
celebrò la festa della Natività di Maria con la Messa e un sermone. Don Luis
aveva invitato i maggiorenti della città ad una «refezione spirituale e
corporale». |
Porta del Colle |
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Mappa
1 – La Storta, Frascati, Tivoli
Mappa 2 – La Storta
Mappa 3 - Frascati
Mappa 4 – Tivoli
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