Home | Esercizi spirituali
| Arte | Esperienze | Saggi | Link
|
Saggi > Itinerari ignaziani a Roma 4.
Dal Gesù a Piazza Navona Cf. A.M. De Aldama sj, «Roma ignaziana. Sulle orme di sant’Ignazio
di Loyola», Piemme, Casale Monferrato 1990 |
||||
22 - Chiesa di Santa Maria
sopra Minerva 27
- Ospedale di San Giacomo degli Spagnoli 29 - Chiesa di San Luigi dei Francesi 32 - Chiesa di Santa Maria dell’Anima 33 - Palazzo del Cardinale De Cupis 35 - Chiesa di San Lorenzo in Damaso |
ALTRE PAGINE 1. Da Piazza Venezia a Porta
del Popolo 2. Da Piazza Margana a San Pietro in Montorio 5.
Da
Campo de’ Fiori a San Pietro in Vaticano 6. Da San Paolo fuori le
Mura a San Lorenzo fuori le Mura 7. Tre luoghi di particolare
interesse vicino a Roma 8. Luoghi legati alla
Compagnia di Gesù Itinerari
ignaziani in terra veneta (1523-1537) |
|||
21 - Via del Gesù
Verso la metà della
strada, dietro la tribuna posteriore dell’attuale chiesa di Santo Stefano del
Cacco, ci fu la seconda sede del Collegio Romano
(1551-1357). In essa si inaugurarono
le cattedre di filosofia e di teologia il 6 novembre 1553, si conferirono i
primi titoli accademici (dottorato in teologia) il 6 febbraio 1556, e si ebbe
la prima rinnovazione dei voti il 6 gennaio 1557, dopo un triduo predicato
dal padre Nadal. Gli scolastici vennero
suddivisi in tre gruppi, per rinnovare i voti durante le Messe celebrate dai
padri Bobadilla, Nadal e Polanco. Alla fine di via del Gesù
si gira a destra verso via del Piè di Marmo. Più o meno dov’è oggi il Piè di
Marmo, c’erano due case che Ignazio affittò nel 1552 come sede dell’appena
fondato Collegio Germanico. L’anno seguente, dopo
essere stato ospitato per alcuni mesi nel palazzo dei Cesarini (Largo Argentina),
il collegio, in espansione, trovò una sede molto più ampia tra le chiese di
Santo Stefano del Cacco e di San Giovanni, nella
piazza della Pigna. Si affittò questa casa, che probabilmente toccava via del
Gesù. |
|
|||
22 - Chiesa di Santa Maria
sopra Minerva
Piazza della Minerva Al tempo di Ignazio, nella Compagnia si leggevano molto le
lettere di santa Caterina da Siena, il cui corpo si venera sotto l’altare
maggiore di questa chiesa. Secondo Lancizio, il motivo è che la
santa «nella sua vita, nella sua condotta e nelle sue occupazioni, procedette
sempre come le Costituzioni della
Compagnia raccomandano a noi stessi di procedere». E certo che nei suoi
scritti insiste sul cercare «l’onore di Dio e la salvezza delle anime» e che
si distinse per la devozione alla Santa Sede. Il domenicano Tommaso Stella fondò in questa chiesa
l’arciconfraternita del Santissimo Sacramento, approvata da Paolo III nel
1539, nella quale furono iscritti Ignazio e altri cinque padri della
Compagnia. Sant’Ignazio scrisse anche ai suoi concittadini di Azpeitia per raccomandarla. Inoltre in questa chiesa, presente senza dubbio sant’Ignazio,
l’8 marzo 1554 si annunciò solennemente la fondazione dell’arciconfraternita
del Santo Sepolcro, nella quale si iscrissero tutti i Padri di Roma. Il predicatore annunciò il progetto (che poi non fu possibile
portare a compimento) di istituire tre collegi della Compagnia in Medio
Oriente: a Cipro, a Costantinopoli e a Gerusalemme. Nella cappella di san Tommaso (a destra del transetto) si trova
il monumento sepolcrale del papa Paolo IV Carafa
(1555-1559). Sebbene egli non vedesse molto di buon occhio alcune
particolarità dell’istituto della Compagnia, non volle modificarle durante la
vita di sant’Ignazio. Concesse al Collegio Romano la facoltà di conferire
titoli accademici, nonostante esistesse già a Roma una università pontificia.
Morto Ignazio, fece esaminare le Costituzioni, ma le restituì immutate. Ciò -
secondo la testimonianza del padre Nadal - fu considerato dai membri della
Compagnia come una vera e propria approvazione delle stesse Costituzioni. Poco dopo impose alla Compagnia l’obbligo di cantare l’Ufficio
divino in coro e rese triennale il mandato del generale. Però, dato che
l’ordine del Papa era stato comunicato solo oralmente, alla morte di questo,
nel 1559, tornarono in vigore le norme precedenti, che erano state promulgate
con una bolla da un suo predecessore. Il suo successore Pio IV confermò l’istituto della Compagnia. Le regole del sacrestano di Santa Maria della Strada (1549)
dicevano di suonare la campana prima della Messa per il tempo necessario a
percorrere a piedi la strada dalla Minerva a lì: quattro o cinque minuti. |
Tomba di Paolo IV |
|||
23
- Piazza della
Rotonda
È una delle piazze nelle quali sant’Ignazio insegnava il
catechismo. |
|
|||
24 - Pantheon
Nel 1542 Ignazio
vi fece una lunga conversazione con un tale Diego Hernandez,
agente dei «Nuovi Cristiani» del Portogallo. |
|
|||
25 - Chiesa di
Sant’Eustachio
Piazza di Sant’Eustachio In questa chiesa si tenne il primo atto pubblico del Collegio
Romano. |
|
|||
26 - Palazzo della Sapienza
Corso del Rinascimento Questo edificio del XVI secolo fu sede della Pontificia
Università di Roma, fondata da Bonifacio VIII nel 1303. Qui, prima che fosse
eretto nel 1587 l’edificio attuale, insegnarono gratuitamente il padre Favre e il padre Laínez nel corso del 1537-1538. Il primo insegnò Sacra Scrittura, il secondo commentò la «Lectura super Canone Missae» di Gabriel Biel.
Più tardi lo stesso Laínez affermò che il suo insegnamento all’inizio non era
soddisfacente, tanto che sant’Ignazio quasi si vergognava di lui, ma con
l’andare del tempo migliorò e crebbe soddisfazione di tutti. Nel 1538-1539 pare che vi insegnasse anche il Salmerón. |
|
|||
27 - Ospedale di San
Giacomo degli Spagnoli
Corso del Rinascimento -
Piazza Navona Si trovava nell’edificio annesso alla chiesa di Nostra Signora
del Sacro Cuore, allora chiesa di San Giacomo. Sugli architravi di diverse
porte di corso del Rinascimento, via dei Canestrari
e piazza Navona si nota ancora la conchiglia che era simbolo di san Giacomo
di Compostella. In questo ospedale alloggiò senza dubbio Ignazio, quando venne
come pellegrino (19 marzo - 13/14 aprile 1523), poiché, oltre a servire da
ospedale per gli infermi della colonia spagnola a Roma, aveva anche 22 camere
per i pellegrini spagnoli poveri. Nel 1537 (da fine marzo ai primi di maggio) alloggiarono qui i
compagni di Ignazio, prima solo gli spagnoli poi tutti. Una notte Francesco Saverio destò Simone Rodrigues,
che dormiva accanto a lui, gridando nel sonno: «Di più, di più, di più!». Sognava di aver sofferto grandi fatiche e persecuzioni per il
servizio di Dio e si offriva per soffrirne ancora di più. Gli statuti dell’ospedale proibivano di lasciare pane o carne
sui letti, perché i topi non rovinassero le coperte (!). |
|
|||
28 - Palazzo Madama
Piazza Madama Attuale sede del Senato italiano, era la residenza di madama
Margherita d’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V. Vedova di un
Medici, sposò Ottavio Farnese, nipote di Alessandro Farnese, che era divenuto
Papa nel 1534 con il nome di Paolo III. Il Papa le segnalò come confessore prima il padre Codure, poi, alla morte di questo, sant’Ignazio stesso. Il 27 agosto 1545 il padre Ignazio passò quasi tutta la
giornata nel palazzo. Confessò madama Margherita che stava per partorire e,
tornato nel pomeriggio, rimase a pregare nella cappella fino al momento del
parto. Nacquero due gemelli. Uno dei bambini venne battezzato dalla
levatrice prima che morisse. Essendo anche l’altro in pericolo di vita,
sant’Ignazio lo battezzò in forma privata; il bambino crebbe e diventò il
famoso generale Alessandro Farnese. Madama Margherita aiutò molto il lavoro apostolico del padre
Ignazio a Roma. A volte gli inviava 200 o 300 ducati per i poveri. Avrebbe voluto in questo modo alleviare anche la povertà della
casa dei gesuiti, ma sant’Ignazio non volle mai trattenere nulla di ciò riceveva;
lo distribuiva invece interamente fra i poveri della città. |
|
|||
29 - Chiesa di San Luigi
dei Francesi
Piazza di San Luigi dei
Francesi In questa chiesa furono molto apprezzate le omelie del padre
Claudio Jay nel 1538. Vi confessava il padre Francesco Saverio nel 1539-1540.
|
|
|||
30 - Chiesa di
Sant’Agostino
Piazza di Sant’Agostino In questa chiesa, durante la Quaresima del 1538, predicava, con
grande concorso di fedeli e ampio consenso, il priore degli agostiniani di
Pavia fra Agostino Mainardi. Andarono ad ascoltarlo il padre Favre e il padre Laínez, e scoprirono con sorpresa che
ciò che predicava era la dottrina luterana della giustificazione. Gli fecero visita in privato e gli fecero notare i suoi errori,
ma non ottennero nulla da lui. Avvertirono alcuni che erano soliti ascoltarlo
e, quando in maggio essi stessi e altri compagni cominciarono a predicare in
diverse chiese di Roma, attaccarono gli errori del Mainardi senza nominarlo. Di qui l’indignazione dei suoi seguaci e la persecuzione che si
levò contro i primi Padri, che durò sei mesi e secondo sant’Ignazio fu «la
più violenta opposizione o persecuzione che mai avesse incontrato in vita
sua». Vicino alla chiesa di Sant’Agostino si trovava la casa del
vicario del Papa, Filippo Archinto. Nel 1548 fu uno dei censori che diedero
parere favorevole per l’approvazione del libro degli Esercizi spirituali, giudicandolo «degno di ogni stima
e molto vantaggioso per la vita cristiana». Il 22 febbraio 1544 sant’Ignazio scrive nel suo Diario che, dopo essere passato davanti
alla porta della casa del vicario, vide o sperimentò la presenza di Gesù con
molta devozione e lacrime. |
|
|||
31 - Palazzo Altemps
Via di Sant’Apollinare, 8 Alla metà del secolo XVI era la residenza dell’ambasciatore di
Spagna. Si può supporre che sia accaduto qui il seguente episodio narrato dal
Ribadeneira. Mentre era ambasciatore il marchese di Aguilar,
Juan Fernandez Manrique (1536-1543), una volta che
sant’Ignazio andò a fargli visita, il marchese gli fece notare che alcuni
sospettavano che, dietro l’apparenza di povertà e di umiltà, andasse cercando
qualche prebenda o dignità ecclesiastica. «Nostro Padre, allora, togliendosi il berretto e fattosi il
segno della croce, fece voto di non accettare nessuna dignità che gli fosse
offerta fuori della Compagnia, se non fosse costretto ad assumerla dal
Vicario di Cristo nostro Signore sotto pena di peccato». Si dice che nel 1544 Ignazio avesse l’incarico di confessore in
casa di donna Leonor Osorio,
moglie del nuovo ambasciatore spagnolo, don Juan de Vega (1543-1547). Ella
aiutò molto il santo per le sue opere apostoliche, soprattutto per la casa di
Santa Marta. In quel periodo due gentiluomini ospiti dell’ambasciatore
ebbero un alterco per una questione di precedenza nel posto a tavola e uno
dei due schiaffeggiò l’altro. Sant’Ignazio, facendo da paciere, riuscì a dirimere la
questione senza spargimento di sangue. L’offeso diede alcuni colpi con una
canna al gentiluomo che lo aveva schiaffeggiato, poi fecero la pace e si
abbracciarono. Sant’Ignazio fece da testimone e redasse il documento di
rappacificazione. |
|
|||
32 - Chiesa di Santa Maria
dell’Anima
Via di Santa Maria dell’Anima Nel presbiterio, a
destra, si trova il monumento funebre di Adriano VI Florisze
(1522-1523), il papa che il 31 marzo 1523 concesse a Iñigo
(«Enecus
de Loyola») «licenza e facoltà di andare a visitare personalmente
il Santo Sepolcro del Signore e gli altri luoghi sacri», come egli desiderava
«con grande fervore e devozione». |
|
|||
33 - Palazzo del Cardinale
De Cupis
Piazza Navona - Via di Santa
Maria dell’Anima Il palazzo, compreso fra
piazza Navona e le tre vie di Santa Maria dell’Anima, dei Lorenesi e di
Sant’Agnese in Agone, fu costruito per il cardinale Ascanio Sforza, ma al
tempo di sant’Ignazio era la residenza del cardinale Gian Domenico de Cupis, vescovo di Trani. Nel 1538, durante la
grande persecuzione contro la nascente Compagnia, il cardinale era stato male
informato. Sant’Ignazio andò da lui ed essi parlarono per due ore, mentre la
gente aspettava fuori in anticamera. Alla fine della
conversazione il cardinale era così commosso, che cadde ai piedi di Ignazio e
gli chiese perdono; poi, uscito con lui, lo accompagnò fino alla porta. Il 24 febbraio 1544
annota sant’Ignazio nel suo Diario: «In casa del cardinale di Trani, sentendo o vedendo Gesù,
molte emozioni e molte lacrime… nello stesso tempo era in me tanto amore nel
sentire o vedere Gesù, che sembrava che in seguito nulla avrebbe potuto
separarmi da lui». |
|
|||
34 - Palazzo Braschi
Via di Pasquino In questo luogo
(approssimativamente), a sud di piazza Navona, la pianta di Roma del Bufalini
colloca il palazzo del cardinale domenicano Juan Alvarez di Toledo, vescovo
di Burgos e poi arcivescovo di Santiago di Compostella.
Era molto amico di
sant’Ignazio e favoriva la Compagnia; Ignazio si serviva di lui come
intermediario con il Papa. Fu uno dei censori che
diedero giudizio favorevole per l’approvazione degli Esercizi spirituali: «Abbiamo letto tutto ciò che contiene questo
volume; ci è piaciuto e ci sembra molto utile soprattutto per la salvezza
delle anime». Il 4 marzo 1544 Ignazio
scrive nel suo Diario: «In
casa del cardinale di Burgos e per le strade, verso le ore 21, ricordandomi
della Santissima Trinità, un amore intenso... ». |
|
|||
35
- Chiesa di
San Lorenzo in Damaso
Piazza della Cancelleria In questa chiesa predicò il padre Favre
nel maggio 1538 e insegnò il
catechismo san Francesco Saverio nel 1539-1540
(una sua statua è davanti a uno dei pilastri presso l’entrata). La cappella della confraternita del Santissimo Sacramento (la
prima a sinistra) fu fatta costruire da donna Teresa Enriquez,
chiamata «la pazza del Sacramento», che,
quando Ignazio era in prigione ad Alcalà, gli mandò persone a visitarlo e si
offrì molte volte di adoperarsi per farlo uscire dal carcere. |
|
|||
Mappa
|
||||
|
||||