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Il regno di
Dio è in mezzo a voi (Lc 17,21) Vita e spiritualità di
comunione nel Vangelo di Luca, I |
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Novo millennio ineunte Esercizi spirituali Vangelo di Luca2,8- 4,14-30 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello
Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle
loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era
stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e
si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per
questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai
poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai
ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno
di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò
all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi
sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura
che voi avete udita con i vostri orecchi». Tutti gli
rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico,
cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria... All'udire queste
cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono
fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro
città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma
egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. 5,17-26 Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano “Oggi abbiamo visto cose prodigiose” 12,22-32 Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? «Novo millennio ineunte» di Giovanni Paolo II23. Gesù è
«l'uomo nuovo» (Ef 4,24) che chiama a partecipare
alla sua vita divina l'umanità redenta… verso il traguardo della
«divinizzazione», attraverso l'inserimento in Cristo dell'uomo redento,
ammesso all'intimità della vita trinitaria. 42. È l'altro
grande ambito in cui occorrerà esprimere un deciso impegno programmatico, a
livello di Chiesa universale e di Chiese particolari: quello della comunione (koinonìa) che incarna e
manifesta l'essenza stessa del mistero della Chiesa. La comunione è il frutto
e la manifestazione di quell'amore che, sgorgando dal cuore dell'eterno
Padre, si riversa in noi attraverso lo Spirito che Gesù ci dona (cfr Rm 5,5), per fare di tutti noi «un
cuore solo e un'anima sola» (At 4,32).
È realizzando questa comunione di amore che 43. Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo. Che cosa significa questo in concreto? Anche qui il discorso potrebbe farsi immediatamente operativo, ma sarebbe sbagliato assecondare simile impulso. Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità. 58. Il Figlio di Dio, che si è incarnato duemila anni or sono per amore dell'uomo, compie anche oggi la sua opera: dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti. Esercizi spirituali di s. Ignazio di Loyola: Primo modo di pregarePer conoscere la mia “reale” scelta di Dio. Prima della preghiera: riposo un poco lo spirito, sedendo o passeggiando, ecc., considerando dove vado e a quale scopo (perché?) Mi metto alla presenza di Dio con una preghiera nella quale Gli chiedo la grazia di conoscere la verità del mio amore per Lui. Poi osservo la mia vita quotidiana, aiutandomi con questi punti di riferimento, cercando in ciascuno di considerare prima il positivo: 1. Quali comandamenti di Dio metto in pratica abitualmente e quali no. 2. Quali sono le virtù e i vizi che mi sono più abituali: umiltà e superbia, generosità e avarizia, pazienza e ira, benevolenza e invidia, purezza e lussuria, temperanza e gola, laboriosità e pigrizia. 3. Come uso le mie facoltà interiori: memoria, intelletto, volontà, immaginazione… 4. Come uso i miei cinque sensi (vista, udito, gusto, odorato, tatto) e tutto il mio corpo. Faccio un colloquio con il Padre (o Gesù, Maria, lo Spirito Santo), per rinnovare o fare la mia scelta di Dio Amore e chiedendo perdono, consiglio, una grazia, ecc. Infine recito un Padre nostro. |